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A Benevento si è parlato in Latino nell’assemblea dei soci Archeo Club

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Beneventum. In lingua Latina Antiquitatis vestigiae Collegium Praesidis narratio.

Il latino non è lingua morta e riesce ancora a suscitare curiosità e interesse. Per tale motivo, nell’ultimo incontro 2018  dell’Archeo Club di Benevento, il presidente del sodalizio Giacomo de Antonellis, scrittore e appassionato di storia locale, ha fatto ricorso all’idioma dei nostri padri per ricordare le iniziative svolte durante l’anno e indicare nuove strade per fronteggiare il difficile futuro. Egli ha anche spiegato che usare oggigiorno il latino significa, parafrasando uno scrittore dei nostri tempi, “fare esperienza di un mistero, vivere una sorta di meraviglia, entrare a contatto con un evento atavico e superiore, che dimostra l’immensa potenza del dire in quanto dire” ed ha aggiunto di voler spiegarsi in termini essenziali come proponeva a suo tempo un antico saggio: In studiis melius est res ipsas intueri et harum causa loqui... aliquid simplici stilo scribere; minore labore opus est studentibus in diem. Vale a dire: “Nell’approfondimento delle idee è meglio guardare alla stessa sostanza e parlare a ragione di queste… esporre ogni cosa in stile semplice perché coloro che sono impegnati negli studio necessitano di minore elaborazione” (Seneca, De tranquillitate animi, 1, 14). Riprendiamo il verbale dell’assemblea dei soci in data 12 dicembre 2018.

Ecco una sintesi dell’intervento di Giacomo de Antonellis nell’originale e nella traduzione italiana.

Advocati sumus hodie in hanc sedem, clarissimi participes Antiquitatis Vestigiae Collegium in urbe Beneventi, ad plenaruum consilium capiendum de nostro futuro tempore quoniam appropinquat annus Domini MMXIX (duo milia nonaginta decem et novem).

Cum ad vos me convertam, ego Latinam linguam utendam esse puto ut fundamentum Italicae humanitatis: itaque non ioco nec nimia gloriae cupiditate agitur, sed sincera reverentia in veteres Patres quos memoria scientiarum et cognitionum prisci temporis celebrare conamur. Sic nos, eruditionis studiosi, magni existimare possumus pulchritudinem praeteritorum morum qui artium ingeniique Samniticam excellentiam ostendunt.

Cogitemus de paganarum religionum templis (de Isidis cultu praecipue) quae per saecula Ecclesiae substituerunt in quibus declaratur doctrina Christi, Domini filii, qui ipse homo factus est ut suo sacrificio hominum libertatem redimeret.

Cogitemus de Traiani Arcu aurea nobilisque Porta, de Romano Theatro, de ruinosis tempore moeniis et palatiis, de litterarum studio quod oratores atque poetae coluerunt.

Cogitemus de consularibus itineribus (memoria dignae sunt Appia, viarum regina, Traiana et Latina) qua, cum inter se apud Beneventum decussarentur, nostram regionem  singularibus moribus, novis doctrinis, fructuoso lucro locupletabant.

Post viginta fere saecula, de praeterita aetate atque de proxima opera nobis disserendum est. Superiore anno nos favimus plurimis rebus quae non semper felicem exitum consecuta habuint. Propter penuria partem capientorum cassa fuerunt itinera visendi iucundas locas ut Petrae Rubeae fossicium spatium, Padulae carthusiam, Pertusiae cavernas. Nec satis divulgatae sunt tabulae de Beneventana vita quae scriptae sunt ut civitatem excitarent ad efficiendas meliores domuum atque civium condiciones in Samnitium urbe. Valde perturbati sumus silentio (vel neglegentia) eorum qui rei publicae praesunt de hoc scripto quod propositum est mense Novembri in Antiquitatis studiorum Celebratione Paesti. Contra acceptae sunt benigne sex disputationes de vita omnium dierum compluris rationibus tempore toto in Benevento et Samnitis fines.

Ad summam opera nostra contenti sumus, sed animadvertimus societatis nostrae vim minui. Ob eam causam ego, Antiquitatis Vestigiae Collegii Beneventani Praeses, in animo induxi abdicare. Ante nos nunc tres facultates sunt: societatis iter pergere, sodalitii finem facere in exspectatione meliorum temporum, in alteram eruditam societatem convenire. Sicut Annaeus Seneca dico: Adhibe rationem difficultatibus [quoniam] possunt et dura molliri et angusta laxari et gravia scite ferentes minus premere.

Optio vestra apta sit, sed denique – veniam datis hanc exiguam a proposito declinationem – laetitia omnium samnitium delabor honoris causa in arte athletica flavis et rubeis maculis Beneventi ludentes qui, post maximo fastigio anni tempus in pilae lusione, digna laude persequuntur in Italiae Paterae extremum gradum (et parallelum praeconium valeat pro Neapolis consobrina factione qua in Victorum Patera certabat donec re adversa vexaverit). De hac re disseramus.

 

Traduzione

Illustri amici dell’Archeo Club sezione di Benevento ci troviamo oggi in questa sede per deliberare sul nostro avvenire immediato in vista del vicino anno Duemiladiciannove. Nel rivolgermi a voi ho pensato di utilizzare la lingua latina perché fondamenta della cultura italica: non si tratta dunque di scherzo o vanagloria ma di autentico rispetto verso i nostri Padri che cerchiamo di esaltare con la memoria della ricerca e della conoscenza del passato. Di modo che tutti noi, amanti della cultura, si possa meglio apprezzare lo splendore delle scomparse usanze che testimoniano la grandezza artistica e intellettuale del Sannio.

Pensiamo ai templi delle religioni pagane (il culto di Iside in particolare) sostituite nei secoli dalle chiese ove si proclama la fede in Gesù Cristo figlio del Padre che si è fatto Uomo per redimere l’umanità con il suo sacrificio terreno. Pensiamo all’Arco Traiano la porta d’oro, al Teatro romano, alle lettere coltivate da oratori e poeti. Pensiamo alle strade consolari (l’Appia Regina delle vie, la Traiana, la Latina) che si incrociavano in Benevento contribuendo ad arricchire la nostra regione con costumi originali, nuove culture e fruttifera economia.

Dopo circa venti secoli, ci troviamo a discutere sulle cose passate e sul prossimo lavoro. L’anno scorso abbiamo promosso numerose iniziative che non sempre hanno ottenuto successo. Per mancanza di sufficienti adesioni sono risultate vane le offerte di escursioni in località interessanti come l’area fossile di Pietraroia, la certosa di Padula, le grotte di Pertosa. E non ha ottenuto sufficiente divulgazione il documento sulla Qualità della vita a Benevento finalizzato a scuotere la cosiddetta società civile per migliorare le condizioni abitative e sociali nella nostra città: sconcertante è apparso il silenzio (indifferenza) delle autorità amministrative per questo testo che è stato presentato in novembre al Festival dell’Archeologia di Paestum. Migliore accoglienza hanno ricevuto le sei conferenze su diversi aspetti della vita quotidiana lungo i secoli in Benevento e nel Sannio.

Nel complesso siamo soddisfatti del lavoro svolto ma abbiamo pure constatato che le forze associative si sono ridotte in termini esigui. E per tale motivo rassegno le dimissioni da presidente dell’Archeo Club sezione di Benevento. Davanti a noi adesso si presentano tre possibilità: proseguire l’attività sociale, chiudere il sodalizio in attesa di tempi migliori oppure convergere in un’altra associazione culturale. A questo punto, riprendendo Anneo Seneca posso affermare: Applichiamo la logica per le [nostre] difficoltà poiché la durezza si può ammorbidire e le vie anguste si possono allargare di modo che il peso opprima di meno chi lo affronta con sagacia.

A voi la scelta, ma lasciatemi esprimere in chiusura – perdonate questa brevissima digressione – il compiacimento di tutti i sanniti per il gagliardo comportamento sportivo dei giocatori giallorossi del Benevento che, dopo una stagione al massimo livello di calcio, continuano ad avere un comportamento meritevole entrando nella fase finale della Coppa Italia (ed altrettanto vale per la squadra cugina di Napoli che ha lottato nella Coppa dei campioni finchè l’avversa sorte ha prevalso). Adesso la discussione è aperta.

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