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Veritatis Diaconia n. 3
Indice N. 3, Anno II (2016)
Filippo Ramondino, La guerra del 1915-1918 e la Diocesi di Mileto. Memorie e documenti, p. 9
Beniamino Di Martino, A cinquant’anni dalla Gaudium et spes, p. 19
Emilio Salatino, La dimensione morale in san Francesco di Paola (I parte), p. 35
Gianandrea de Antonellis, Dante ortodosso, p. 49
Benedetto XV, Enciclica In praeclara (testo in italiano), p. 65
Enciclica In praeclara (testo in latino), p. 73
Recensioni, p. 79
Iacopo Sannazaro, Arcadia (Gianandrea de Antonellis)
Luciano Mecacci, La Ghirlanda fiorentina e la morte di Giovanni Gentile (Luigi Vinciguerra)
Raymond Leo Cardinale Burke, Divino Amore Incarnato. La santa Eucaristia, sacramento di Carità (G. de Antonellis)
Segnalazioni, p. 89
Il regno di Napoli nell’età di Filippo IV (1621-1665) (G. de A.)
Enrico Trubiano, Sulle tracce del prode Don Chisciotte (L.V.)
Paolo Isotta, Altri canti di Marte. Udire in voce mista al dolce suono (G. de A.)
Mario Pomilio, Il quinto evangelio (L.V.)
Luigi Giuliano de Anna, Il Caravaggio e l’Ordine di Malta (G. de A.)
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Filippo Ramondino, La guerra del 1915-1918 e la Diocesi di Mileto. Memorie e documenti
Cosa dicono le carte di un archivio storico diocesano del meridione d’Italia sulla grande guerra che cento anni fa insanguinò l’Europa? Quale memoria si conserva della “inutile strage”? L’articolo vuole rispondere a queste domande. Emerge anche qui come una “mistica” nazionalista e guerresca, che in quel contesto epocale infervorava gli animi, produceva sensibilità diverse sul tema della pace, della preghiera, dell’azione, del sacrificio, dell’analisi delle cause storiche. Il territorio calabrese non fu direttamente coinvolto nella guerra, ma partecipò con dolorose perdite di numerosi figli e con la carità dell’accoglienza dei profughi.
What do the papers show of a diocesan historical archive of southern Italy on the Great War that bloodied Europe a hundred years ago? Which memory of the “useless slaughter” is preserved? The article tries to answer these questions. It emerges also here as a “mystical” nationalist and warlike ,that in that epochal context grew fervent minds, causing different feelings on the subject of peace, prayer, action, sacrifice, and on the analysis of historical causes. The Calabrian territory was not directly involved in the war, but shared with painful losses of several children and their charity of accepting refugees.
Beniamino Di Martino, A cinquant’anni dalla Gaudium et spes
Come era ampiamente prevedibile, sono state molte le occasioni che hanno inteso celebrare il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II (1965-2015). Il ventunesimo concilio ecumenico della Chiesa Cattolica, infatti, venne annunciato da Giovanni XXIII il 25 gennaio del 1959, venne solennemente aperto l’11 ottobre 1962 e si concluse, ormai sotto il pontificato di Paolo VI, l’8 dicembre del 1965. Sul Concilio si è scritto tanto e molti sarebbero i temi da continuare ad approfondire. A distanza di mezzo secolo, ci riproponiamo di esaminare alcuni aspetti degli insegnamenti sociali contenuti nella costituzione pastorale Gaudium et spes.
As it was widely expected, numerous celebrations to remember the fiftieth anniversary of the conclusion of the Second Vatican Council (1965-2015) have unfolded. Pope John XXIII firstly announced this important event in the life of the Catholic Church on January 25, 1959. It was, then, solemnly opened on 11 October 1962 and ended under Pope Paul VI, on December 8, 1965. Much has been written about it. And many issues continue to stir controversy and further debates. The current paper aims to examine some aspects of the social teachings contained in the pastoral constitution “Gaudium et Spes”.
Emilio Salatino, La dimensione morale in san Francesco di Paola (I parte)
All’interno della vasta e complessa riflessione etica e bioetica, è importante e interessante interrogare l’esperienza e l’insegnamento dei santi, soprattutto di quelli forgiati da una pietà essenziale, scaturente dal Vangelo sine glossa, dalla preghiera e dai comandamenti. L’articolo vuole offrire una riflessione sistematica sulla dimensione e i risvolti morali nella vita di san Francesco di Paola (1416-1507), eremita calabrese, fondatore dell’Ordine dei Minimi, evidenziando, attraverso i contenuti di etica personale e sociale, alcune linee portanti della sua testimonianza e vita morale: il primato della carità, lo spirito di obbedienza al magistero ecclesiale, un cammino ascetico espresso in uno stile austero e sobrio, il radicamento cristocentrico.
Within the vast and complex ethical reflection and bioethics, it is important and interesting to interrogate the experience and teaching of the saints, especially those forged of an essential pity, arising from the Gospel sine glossa, from prayer and the commandments. The article aims to offer a systematic reflection on the moral dimensions and implications in the life of St. Francis of Paola (1416-1507), Calabrian hermit, founder of the Order of the Minimums, highlighting, through the contents of personal ethics and social, some main lines of his testimony and moral life: the primacy of charity, the spirit of obedience to the magisterium of the Church, an ascetic path expressed in an austere and sober, rooting Christocentric.
Gianandrea de Antonellis, Dante ortodosso
Il costante tentativo di “arruolare” i grandi della cultura del passato come precursori del pensiero progressista non poteva risparmiare Dante, massimo esponente della cultura medioevale (e non solo) e perfetto esempio di poeta cristiano. Partendo da un controverso passaggio dell’Inferno («O voi che avete gl’intelletti sani | mirate la dottrina che s’asconde | sotto il velame de li versi strani», ix, 61-63) su Dante si è detto di tutto: eretico legato ai Catari, ai Templari, alla setta proto-massonica dei fedeli d’Amore, ghibellino odiatore della Chiesa, forgiatore alchemico di “versi strani” sotto i quali si celano indizi che solo gli iniziati – dotati, è ovvio, di “intelletti sani” – possono comprendere. In realtà, leggendo meglio il suo massimo scritto, ci si deve arrendere all’evidenza di essere di fronte ad un autore perfettamente cattolico ed ortodosso.
The constant attempt to “enlist” the great culture of the past as precursors of progressive thought could not save Dante, the greatest exponent of medieval (and not only medieval) culture and a perfect example of Christian poet. Starting from a controversial passage in Hell cantica (“O you who have healthy intellects | Observe the doctrine that conceals itself | Under the strange verses veil!”, IX, 61-63). about Dante they have said a lot of things: he was an heretic linked to the Cathars, or to the Templars, or to the proto-Masonic sect of “Faithful of Love”, a ghibelline who hated the Church, forging alchemical “strange verses” under which lie some clues that only the initiated – provided, of course, with “healthy intellects” – can understand. In fact, reading better his masterpiece, we must accept to be in front of an Orthodox and perfectly Catholic author.
Benedetto XV, In praeclara
Il 30 aprile 1921, per celebrare il VI centenario della morte di Dante Alighieri (14 settembre 1321), Papa Benedetto XV diffuse l’enciclica In praeclara, rivolta agli studiosi di letteratura, ribadendo l’ortodossia del Sommo Poeta. Il Pontefice ricorda come Dante abbia professato la religione cattolica in maniera esemplare, elogia il suo pensiero cattolico e la sua fede incrollabile, sottolinea la perfetta ortodossia delle sue idee circa il governo divino del mondo ed esalta la perenne validità del messaggio cristiano trasmesso dal grande poeta fiorentino soprattutto attraverso la Divina Commedia, invitando alla lettura ed allo studio delle sue opere e concludendo infine «continuate, come già fate, a prediligere ed amare questo Poeta, che Noi non esitiamo a proclamare il più eloquente dei predicatori e degli araldi della dottrina cristiana».
April 30, 1921, celebrating the sixth centenary of the death of Dante Alighieri (14 September 1321), Pope Benedict XV spread the encyclical In praeclara, addressed to students of literature, emphasizing the orthodoxy of the great poet. He remembers how Dante professed the Catholic religion in an exemplary manner, then he praises his Catholic thought and his unwavering faith; he highlights the perfect orthodoxy of his ideas about the divine government of the world and, finally, he celebrates the enduring validity of the Christian message transmitted by the great Florentine poet, especially through his masterpiece, the Divine Comedy. At the end of his letter, he invites to the reading and study of Dante’s works and finally concluding “continue, as you already do, to prefer and love this poet, that we would not hesitate to proclaim the most eloquent preacher and herald of Christian doctrine”.
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