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Veritatis Diaconia n. 10
Indice N. 10, Anno V (2019)
Editoriale, p. 5
Giovanni Formicola, Modern State & Taxation: An Enemy of Traditional Society, p. 9
Joel R. Gallagher, Secondo il gesuita Antonio Spadaro «Bertrand Russell è il Papa!», p. 17
Mauro Bontempi, Crisi, evoluzione e prospettive dello Stato Sociale (II parte), p. 21
Maurizio Brunetti, Stella splendens in monte, p. 35
Beniamino Di Martino (curatore), Un manifesto inglese per una nuova destra. La ricerca del cambiamento e del rinnovamento.
Come riempire il gap ideologico del centrodestra, p. 39
Recensioni, p. 59
- F. Elías de Tejada, R. Gambra Ciudad, F. Puy Muñoz, Il Carlismo (Riccardo Pasqualin)
- Gustave Thibon, Il tempo perduto, l’eternità ritrovata (Gianandrea de Antonellis)
- Serafino M. Lanzetta, Semper Virgo. La verginità di Maria come forma (Stefano M. Manelli)
- José Miguel Gambra, La sociedad tradicional y sus enemigos (Gianandrea de Antonellis)
Segnalazioni, p. 71
- José Pedro Galvão de Sousa, Poder, Estado y Constitución. Hacia un derecho político realista (Luigi Vinciguerra)
- José Pedro Galvão de Sousa, Legitimidad, Hispanidad y Tradición (L. V.)
- Danilo Castellano, La tradición política católica frente a las ideologías revolucionarias (Gianandrea de Antonellis)
- Martin Lutero cinquecento anni dopo (G. de A.)
- L’antitesi perfetta della rivoluzione. Gli scritti sul Carlismo della «Civiltà Cattolica» (Riccardo Pasqualin)
Nel nome di un dimenticato Apostolo
Giacomo de Antonellis, Natanaele detto Bartolomeo, patrono di Benevento, Edizioni Realtà Sannita, Benevento 2019, pp. 160, € 12.
C’era una volta una comunità religiosa che frequentava le chiese, rispettava e venerava i suoi santi. Adesso la società viene definita “civile” perché aggira i valori dello spirito e soltanto pensa ai propri fatti inchinandosi davanti ai miti del danaro e dei consumi. Ci vuole davvero coraggio intellettuale, allora, per avviare un discorso su un personaggio di duemila anni fa. Natanaele, chi? A Benevento nessuno lo conosce. Eppure, con il nome putativo di Bartolomeo, riveste il ruolo di Patrono della diocesi. Gli anziani non ne sanno nulla. I giovani pensano ad una nuova stella del firmamento musicale. Le coppie (regolari o di fatto) reclamerebbero l’immediata rottura se uno dei contraenti proponesse questo nome per un bambino in arrivo. Gli intellettuali si divertono a prenderlo in giro scomponendone il nome in modo risibile: Bartolo-Meo, controllare in piazza Orsini a fianco dell’Episcopio. E non parliamo del clero d’ordinanza che ha vago sentore (leggendo il Vangelo di Giovanni) di questo “vero israelita in cui non è inganno” convertitosi nei giorni del miracolo di Cana: ed associare Natanaele a Bartolomeo diventa impresa da teologi.
Il Sannio, civiltà millenaria
Giacomo de Antonellis, Storia della civiltà sannita. Cultura, costume, politica e religione sul territorio di Benevento, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2018, p. 668, € 75.
Il territorio di Benevento, dal XII al XIX secolo énclave papale all’interno del Regno di Napoli, ha costituito una realtà culturale e politica autonoma sotto diversi aspetti. Vi risiedette l’unico popolo italico capace di sconfiggere i Romani, fu capitale di un estesissimo ducato longobardo, quindi si rivolse al Papa sottoponendosi alla protezione pontificia. Agognato da tutti i potenti, il Sannio attraversò fasi complesse della vita politica nazionale con la battaglia del 1266 tra gli Angiò e gli Svevi, i ripetuti tentativi di conquista da parte del Regno di Napoli, l’invasione francese di inizio Ottocento, infine l’annessione al novello Regno unitario. Tutto ciò viene descritto in un ponderoso volume Storia della civiltà sannita. Cultura, costume, politica e religione sul territorio di Benevento, nel quale l’autore ripercorre le linee essenziali della storia culturale, sociale, politica, economica e religiosa di Benevento e dell’intero territorio sannita. Il testo si avvale anche di un’ampia appendice con la successione di principi e sovrani, pastori diocesani, rettori pontifici e amministratori pubblici oltre a note documentarie sulle elezioni dall’Unità ad oggi e sulla demografia locale.
Giovanni Francesco Coppola beneventano, chi era costui?
Giacomo de Antonellis
Giovanni Francesco Coppola beneventano, chi era costui?
Per pura casualità, nel corso di letture sparse sulla vita sannita, ci siamo imbattuti in una pubblicazione con polvere di quasi tre secoli (datata 1743 per l’esattezza) che però ha suscitato un’immediata attenzione grazie all’accattivante titolo: Poema eroico ed istorico in lode della Città di Benevento. Un testo di vago coinvolgimento nel quale sono assemblati eventi, tempi, persone, riti e costumi tratti dalla realtà come dalla fantasia. Di qui un’immediata curiosità che ci ha spinto a cercare particolari del tessuto letterario e il quadro biografico dell’autore siglato sul frontespizio, vale a dire tale Giovanni Francesco Coppola, nome peraltro di scarsa reperibilità nei repertori poetici e nelle antologie letterarie del recente passato. Lo stesso cognome indicava l’appartenenza degli avi ad una categoria di produttori o mercanti di un capo d’abbigliamento, escludendone la provenienza da elevate schiatte. Una figura di livello marginale, insomma, tanto da essere ignorata nelle antiche cronache e risultare altrettanto trascurata dalla moderna critica.
A Benevento si è parlato in Latino nell’assemblea dei soci Archeo Club
Beneventum. In lingua Latina Antiquitatis vestigiae Collegium Praesidis narratio.
Il latino non è lingua morta e riesce ancora a suscitare curiosità e interesse. Per tale motivo, nell’ultimo incontro 2018 dell’Archeo Club di Benevento, il presidente del sodalizio Giacomo de Antonellis, scrittore e appassionato di storia locale, ha fatto ricorso all’idioma dei nostri padri per ricordare le iniziative svolte durante l’anno e indicare nuove strade per fronteggiare il difficile futuro. Egli ha anche spiegato che usare oggigiorno il latino significa, parafrasando uno scrittore dei nostri tempi, “fare esperienza di un mistero, vivere una sorta di meraviglia, entrare a contatto con un evento atavico e superiore, che dimostra l’immensa potenza del dire in quanto dire” ed ha aggiunto di voler spiegarsi in termini essenziali come proponeva a suo tempo un antico saggio: In studiis melius est res ipsas intueri et harum causa loqui... aliquid simplici stilo scribere; minore labore opus est studentibus in diem. Vale a dire: “Nell’approfondimento delle idee è meglio guardare alla stessa sostanza e parlare a ragione di queste… esporre ogni cosa in stile semplice perché coloro che sono impegnati negli studio necessitano di minore elaborazione” (Seneca, De tranquillitate animi, 1, 14). Riprendiamo il verbale dell’assemblea dei soci in data 12 dicembre 2018.
Ecco una sintesi dell’intervento di Giacomo de Antonellis nell’originale e nella traduzione italiana.
Veritatis Diaconia n. 9
Indice N. 9, Anno V (2019)
Editoriale, p. 4
Giovanni FORMICOLA,
Stato moderno e tassazione: un nemico della società tradizionale, p. 9-21
Letterio FESTA
Guerra e pace. Il contributo del canonico Antonino Tripodi, arcidiacono della cattedrale di Oppido Mamertina alla riflessione sulla Grande Guerra, p. 23-42
Mauro BONTEMPI
Crisi, evoluzione e prospettive dello Stato Sociale (I parte), p. 43-61
Stefano FONTANA
Riforma luterana: la Gnosi contro il Logos, p. 63-72
Antonio CARAGLIU
Ragione, mito, fede e politica. Joseph Ratzinger, Ernst Cassirer, Henry Kissinger a confronto, p. 73-94
Beniamino DI MARTINO
Le prospettive della catechesi nell’odierno cammino della Chiesa, p. 95-117
Recensioni, p. 119
Roberto de MATTEI, Trilogia romana (Gianandrea de Antonellis)
Beniamino DI MARTINO, Note sulla proprietà privata (Aldo Esposito)
Luigi RUSSO, I crociati in Terrasanta. Una nuova storia (Gianandrea de Antonellis)
Segnalazioni, p. 125
Piero NICOLA, La verità nelle lettere. Opere letterarie dimenticate del secondo dopoguerra (G. de A.)
Claudio E. A. PIZZI, Ripensare Ustica (Luigi Vinciguerra)
Víctor Javier IBÁÑEZ, Una resistencia olvidada. Tradicionalistas mártires del terrorismo (G. de A.)
Veritatis Diaconia n. 8
Indice N. 8, Anno IV (2018)
Editoriale p. 5
Filippo RAMONDINO
Dentro le ragioni cristiane della politica. Appunti e riflessioni p. 11
Antonio CARAGLIU
L’ideologia gender. La presunzione fatale di costruire l’identità p. 33
Giovanni FORMICOLA
Fisco, dottrina sociale della Chiesa e libertà p. 63
Ivo MUSAJO SOMMA
Quando sulla riva orientale dell’Adriatico si parlava italiano p. 73
Beniamino DI MARTINO
Pope John XXIII: a unpublished testimony p. 79
Michele FIORINI
Il futuro della liturgia. Prospettive di “sviluppo organico” dopo il Summorum Pontificum p. 101
Recensioni p. 109
FRANCESCO BRUNI, Patria. Dinamiche di una parola (Gianandrea de Antonellis)
ULDERICO NISTICÒ, Epitome di storia politica del Regno delle Due Sicilie (G.de A.)
Segnalazioni p. 115
JOSÉ LUIS WIDOW, Orden político cristiano y modernidad. (G. de A.)
OTTAVIO SAMMARCO, Opere politiche (Francesco Petrillo)
FRANCESCO M. DI GIOVINE, Pagine di storia militare del Regno delle Due Sicilie (G. de A.)
GENNARO MARULLI, Avvenimenti di Napoli del 15 maggio 1848 (Francesco Petrillo)
L’Ordine Sacro e altri aspetti del munus sanctificandi della Chiesa (Luigi Vinciguerra)
MARIA CRISTINA SOLFANELLI, La figura e il ruolo di Maria nella Divina Commedia (L. V.)
LUCIANO PRANZETTI, Luoghi comuni, falsi, bufale (L.V.)
Memorias políticas de Manuel Polo y Peyrolón (1870-1913). Crisis y reorganización del carlismo
en la España de la Restauración (G. de A.)
Un gentiluomo beneventano, il conte Raffaele Collenea Isernia (1891-1972)
Appartenente a famiglia solidamente radicata in Benevento, Raffaele Collenea Isernia era figlio del conte Liberatore e della nobile Beatrice Coscia dei duchi di Paduli. Crebbe nella casa avita assieme al fratello Gino e alle sorelle Carmen e Maria Immacolata (in famiglia chiamata Ima) rimaste nubili, donne dotate da grande spirito di generosità e di solidarietà verso il prossimo. Per gli studi, i figli furono inviati a Roma per frequentare il Collegio Massimo dei padri Gesuiti a Termini e il Collegio di Santa Dorotea in viale Manzoni (in estate villeggiavano a Poggio Imperiale di Firenze oppure alla Pace Vecchia).
Veritatis Diaconia n. 7
Raffaele De Caro deputato e ministro
Andrea Jelardi, Raffaele De Caro deputato e ministro liberale, pagg. 190, Edizioni Realtà Sannita, Benevento 2017.
De Caro, chi era costui? Ai beneventani con i capelli bianchi ricorda un indiscusso personaggio di potere locale. Alle nuove generazioni, al massimo, un toponimo che si diparte dalla parte bassa di corso Garibaldi. Nel mondo forense resta come simbolo di dominatore delle aule giudiziarie, esimio avvocato con un passato militare di tutto rispetto. Per i cultori di vita politica rappresenta un esponente della Destra storica prima e dopo il fascismo. Ai nostalgici del Partito liberale, infine, il nome favoleggia il carisma di una leadership ormai seppellita tra risvolti dimenticati. Di tutti questi aspetti si parla nella biografia che gli ha dedicato uno studioso di San Marco dei Cavoti che già altre volte si è cimentato con le rievocazioni storiche del Sannio: Andrea Jelardi. Con questa ultima fatica [presentata al Museo del Sannio lunedì 11 dicembre 2017] l’autore percorre tutte le tappe, pubbliche e private, percorse da Raffaele De Caro partendo dai precedenti famigliari fino all’improvvisa e drammatica scomparsa a Torino durante un convegno liberale per il centenario della morte di Cavour: aveva 78 anni (1883-1961) ma sembrava nel pieno della sua dinamica e instancabile attività. La sua figura primeggiava sull’orizzonte parlamentare: da allora sono passati ben 56 anni, un tempo sufficiente a cancellare immagini e ricordi in questa società telematica che assorbe e annulla ogni cosa con la voracità e la velocità dell’incontinente. De Caro fu indubbiamente un politico di spessore nell’ambito provinciale e di esperienza parlamentare e governativa a livello nazionale. Durante il fascismo rimase in silenzio, protetto dall’amico di scuola Arturo Bocchini – famoso Capo della polizia di Mussolini – e tale scudo ricambiò con una paradossale difesa degli epurati sostenendo ufficialmente che “a Benevento non ci sono fascisti”!