Raffaele De Caro deputato e ministro

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Andrea Jelardi, Raffaele De Caro deputato e ministro liberale, pagg. 190, Edizioni Realtà Sannita, Benevento 2017.

De Caro, chi era costui? Ai beneventani con i capelli bianchi ricorda un indiscusso personaggio di potere locale. Alle nuove generazioni, al massimo, un toponimo che si diparte dalla parte bassa di corso Garibaldi. Nel mondo forense resta come simbolo di dominatore delle aule giudiziarie, esimio avvocato con un passato militare di tutto rispetto. Per i cultori di vita politica rappresenta un esponente della Destra storica prima e dopo il fascismo. Ai nostalgici del Partito liberale, infine, il nome favoleggia il carisma di una leadership ormai seppellita tra risvolti dimenticati. Di tutti questi aspetti si parla nella biografia che gli ha dedicato uno studioso di San Marco dei Cavoti che già altre volte si è cimentato con le rievocazioni storiche del Sannio: Andrea Jelardi. Con questa ultima fatica [presentata al Museo del Sannio lunedì 11 dicembre 2017] l’autore percorre tutte le tappe, pubbliche e private, percorse da Raffaele De Caro partendo dai precedenti famigliari fino all’improvvisa e drammatica scomparsa a Torino durante un convegno liberale per il centenario della morte di Cavour: aveva 78 anni (1883-1961) ma sembrava nel pieno della sua dinamica e instancabile attività. La sua figura primeggiava sull’orizzonte parlamentare: da allora sono passati ben 56 anni, un tempo sufficiente a cancellare immagini e ricordi in questa società telematica che assorbe e annulla ogni cosa con la voracità e la velocità dell’incontinente. De Caro fu indubbiamente un politico di spessore nell’ambito provinciale e di esperienza parlamentare e governativa a livello nazionale. Durante il fascismo rimase in silenzio, protetto dall’amico di scuola Arturo Bocchini – famoso Capo della polizia di Mussolini – e tale scudo ricambiò con una paradossale difesa degli epurati sostenendo ufficialmente che “a Benevento non ci sono fascisti”!

Cento altre aneddoti e situazioni sono racchiusi in questa biografia per la quale occorre ringraziare lo studioso, essendo unica e completa. Tra le pagine vengono rispolverate vicende di anni lontani, eppure significativi, che videro questo Uomo dal carattere deciso e autoritario splendere sulla terra natia: non a caso definito “protagonista indiscusso di oltre mezzo secolo di storia nazionale”, attraverso ruoli e responsabilità di varia natura che sono puntualmente annotati lungo 190 fogli di testo. Un doveroso appunto va fatto perché riguarda un aspetto non marginale della vita del deputato sannita: la sua appartenenza alla “massoneria” che mantenne sempre collegata alla carriera professionale e politica. De Caro, infatti, militò sin da giovane nelle logge beneventane, “iniziato” in quella intitolata a “Manfredi” (nel 1911, di cui divenne Maestro: di tale adesione si rilevano tre righe a pagina 21) e poi in quella che rendeva omaggio al nonno “Raffaele De Caro” (creata dopo il 1955). Una curiosità non banale: nonostante la notorietà della sua appartenenza massonica, ciò non fu di ostacolo al solenne rito funebre religioso che Benevento volle tributargli il 6 giugno 1961. Era un martedì, giorno dedicato al dio della guerra. Omnia munda mundis.  

Andrea Jelardi, Raffaele De Caro deputato e ministro liberale, p. 190, Edizioni Realtà Sannita, Benevento 2017, € 15
(all'interno inserto fotografico. manca indice dei nomi)