Filippo Ramondino, Sul senso del tempo futuro. Riflessioni aperte
La presente riflessione sul “senso del tempo futuro” parte dalla esigenza critica di ricercare i fondamenti antropologici per un’etica sociale cristianamente ispirata. È un primo personale tentativo di accostamento ad una tematica forte, poco dibattuta e meditata in ambito divulgativo, ma importante per la sua funzione pedagogica, in una prospettiva etica che vede e pone l’uomo come persona. Ho cercato di dare un ordine ad alcune idee che possono costituirsi fondamentali e fondanti, nate dalle letture o colte tra le righe di studi contemporanei che hanno aperto un primo dibattito sul finire del XX secolo.
This reflection on the "way of the future time" part of the critical need to research the anthropological foundations for a social ethics inspired by Christianity. It is a first attempt personal approach to a key issue, little debated and thought out within the popular, but important for its educational function, from an ethical perspective that sees and places man as a person. I tried to give an order to some ideas that may constitute fundamental and foundational, born or educated by reading between the lines of contemporary studies that have opened a first debate in the late twentieth century.
Miguel Ayuso Torres, Conservazione, reazione e tradizione. Una riflessione sull’opera di Nicolás Gómez Dávila
Talvolta non risulta facile distinguere il reazionario dal conservatore o dal tradizionalista. Ciò se si considerano dal punto di vista dei comportamenti come da quello delle idee o anche dei movimenti in cui si incarnano. Il presente testo cercherà, in primo luogo, di chiarire queste differenze, senza nascondere le loro somiglianze: la dialettica classica, vale a dire perenne, tra due fenomeni che si somigliano mette in risalto gli elementi di differenza; mentre tra altri che si presentano come diversi, sottolinea ciò che li accomuna. Inoltre, a partire da alcuni elementi trovati nell’opera complessa e singolare del grande scrittore e pensatore Nicolás Gómez Dávila, si comprende con molta facilità come questo sforzo chiarificatore cerchi di profilare nel migliore dei modi la sua caratterizzazione intellettuale.
Sometimes it is not very easy to distinguish the Reactionary from the Conservative or the Traditionalist. Especially if we consider them from the point of view of behaviour as that of the ideas or also of the movements in which they embody themselves. The present text will look, in the first place, to clarify these differences, without hiding their similarities: the classical – id est perennial – dialectic between two similar phenomena highlights the elements of difference; while among others that appear to be different, it emphasizes what unites them. In addition, starting from some elements found in the complex and singular work of the great writer and thinker Nicolás Gómez Dávila, we understand very easily how this clarification effort tries to profile in the best way his intellectual characterization.
Maria Grazia Rossi, Monte di Pietà e Mensa Arcivescovile a Benevento, tra fine ’800 e inizio ’900. Due istituti ecclesiastici a confronto
Il presente contributo, ha avuto come obiettivo una quanto più completa ricostruzione di fatti storici e religiosi, accadimenti politici, situazioni economiche, tutti inerenti due istituti ecclesiastici: il Monte dei Pegni Orsini e la Mensa Arcivescovile a Benevento osservati tra fine ‘800 e inizio ‘900. Questi due istituti, espropriati alla diocesi nel 1861 in seguito all’emanazione e all’entrata in vigore delle leggi sulle opere pie ( 1862 e 1890), furono oggetto, nel periodo in esame, di una serie di contese giudiziarie tra la Curia locale, privati e il Comune di Benevento. Gli arcivescovi beneventani, per lunghi anni, cercarono di recuperare l’istituto, arrivando ad intentare una serie di procedimenti giudiziari nei confronti di tutti coloro che rivendicavano diritti su tali beni. Le dispute sul Monte e sulla Mensa furono incentrate sull’identificazione della loro natura giuridica e sulle ricadute sociali legate all’estinzione di tali enti a Benevento.
The aim of this paper is the complete reconstruction of the historical and political events, and of the economic situations and aspects of the social and religious life, about the Monte di Pietà Orsini and the Archbishop's Mensa in Benevento, analysed between the end of '800 and early' 900. These two institutions, expropriated to the diocese in 1861, after the adoption and entry into force of the law on charities (1862 and 1890), were the subjects, during the period under review, of a series of legal disputes between the local Curia, common private people and the Municipality of Benevento. The Archbishops of Benevento, for many years, tried to recover the institution, coming to bring a series of prosecutions against those who claimed rights to such property. The disputes on the Mount and the Mensa were focused on the identification of their legal nature and the social effects related to the extinction of such institutions in Benevento.
Mauro Bontempi, Laicità: questa sconosciuta
Il saggio sviluppa il tema della laicità proposto nel precedente numero della rivista, ponendo l’attenzione sul contributo di Joseph Ratzinger e della Chiesa durante il suo Pontificato, in difesa delle “regole” del rule of law rispetto alle le esigenze e le istanze di libertà, autodeterminazione e multiculturalismo provenienti da società storicamente secolarizzate eppure sempre più complesse e confuse. La “proposta cristiana” di papa Benedetto intende fornire il proprio contributo contro gli eccessi del nichilismo, del superomismo, e dello stesso fondamentalismo religioso.
The essay focus on laity, the topic proposed in the previous number of the magazine. A particular attention is pointed to the contribution of Joseph Ratzinger and of the Church during his Pontificate in defence of the rule of law from the need and the demand of freedom, self-determination and multiculturalism of societies that although traditionally secularized, were becoming more complex and confused. In this perspective, the “Christian proposition” of the Pope Benedetto stands against the excesses of nihilism and the same religious fundamentalism.
Beniamino Di Martino, La conoscenza razionale di Dio nella Quaestio Secunda della Prima Pars della Summa Theologiae di Tommaso d’Aquino
A fine gennaio 2017 si è concluso il giubileo dell’Ordo Predicatorum. L’ordine fondato da san Domenico di Guzman (1170-1221) ha, così, ricordato e festeggiato l’ottavo centenario dalla approvazione pontificia, avvenuta nel 1216 da parte di papa Onorio III. Il più illustre membro della famiglia domenicana è Tommaso d’Aquino, considerato il più profondo filosofo e teologo della cristianità. Non si conosce con esattezza l’anno della nascita di Tommaso d’Aquino (in compenso conosciamo con precisione tutti i particolari della sua morte avvenuta nell’abbazia di Fossanova il 7 marzo 1274) La nascita sarà avvenuta tra il 1221 e il 1227. Se consideriamo questo secondo termine, quest’anno ricorrerebbe il 790° anniversario del più famoso tra i figli di san Domenico. Verso l’ottavo centenario della nascita del Doctor Angelucus, proponiamo una riflessione sulla conoscenza razionale di Dio nella Summa Theologiae.
In late January 2017 it ended the jubilee of the Ordo Predicatorum. The order founded by St. Dominic de Guzman (1170-1221) has, as well, remembered and celebrated the eighth centenary of the pontifical approval, which took place in 1216 by Pope Honorius III. The most famous member of the Dominican family is Thomas Aquinas, considered the deepest philosopher and theologian of Christianity. We do not know the exact year of the birth of Thomas Aquinas (on the other hand we know precisely all the detail of his death in the abbey of Fossanova, March 7, 1274). The birth will be occurred between 1221 and 1227. If we consider this second date, this year would be the 790th anniversary of the most famous among the children of St. Dominic. Towards the eighth centenary of the birth of Doctor Angelucus, we propose a reflection on the rational knowledge of God in the Summa Theologica.
Foca Accetta, Un milanese nella Calabria vicereale: Filippo Visconti, Vescovo di Catanzaro (1657-1664)
Attraverso l’epistolario, relativo agli anni 1657-1661, custodito nel codice CC 13 dell’Archivio Generale Agostiniano in Roma, di Filippo Visconti O. S. A vescovo di Catanzaro, la sua nomina episcopale e la successiva attività pastorale sono esaminate e collocate nell’ambito dei rapporti tra Stato/Chiesa; combinate con il contesto storico della Calabria del secolo XVII, il rapporto conflittuale tra propositi pastorali, l’inadeguata preparazione del clero, la salvaguardia dell’immunità ecclesiastica e il rispetto delle prerogative laiche, al fine di cogliere le difficoltà e i condizionamenti ambientali a cui fu sottoposta l’azione pastorale del Visconti, e, soprattutto, per meglio intendere il modo in cui «peso» del vescovato fu percepito da questo presule «forestiero», distante per formazione e cultura dalla società meridionale e da quella calabrese in particolare.
Through the correspondence, covering the years 1657-1661, kept under the code CC 13 in the General Augustinian Archive in Rome, of Filippo Visconti O. S. A. Bishop of Catanzaro, his episcopal appointment and the subsequent pastoral activities are examined and placed under the relations between the State / Church; combined with the historical context of Calabria of the XVII century, the conflictual relationship between pastoral purposes, the inadequate preparation of the clergy, the ecclesiastical immunity safeguard and the respect of the secular powers in order to grasp the difficulties and environmental influences to which was subjected the pastoral work of Visconti, and, above all, to better understand the way “the weight” of the bishopric was perceived by this”stranger” prelate, that is far for training and culture from southern society and in particular the Calabrian.